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La Nuova Sardegna
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Mentre il caso per la Radioterapia nuorese è salito alla ribalta nazionale, e l’intervento dell’assessore regionale alla Sanità, Carlo Doria, previsto ieri in aula è saltato, l’associazione delle Acli Sanità accende un riflettore sulla situazione di profonda emergenza relativa alle liste di attesa e sul divario di budget tra i territori. «Negli ultimi mesi – spiega il presidente Salvatore Sanna – nonostante il persistere delle segnalazioni e dei comunicati dei pazienti, la #Sardegna ha assistito a un’allarmante esplosione delle liste di attesa, e questo sta creando grandissimi disagi ai pazienti ed anche agli operatori sanitari». L’associazione ha messo in fila una graduatoria dei finanziamenti che arrivano alle 8 aziende sanitarie sparse nell’isola, per poi calcolare una media pro capite. Uno studio che mette in evidenza numeri nettamente differenti tra il Nord e il Sud dell’isola. 👉Per prima cosa, risulta che il 55% delle risorse sono arrivate alla Asl 8 di #Cagliari contro il 9% della Asl 1 di Sassari. Che in termini di media pro capite diventano 52 euro per la Asl 8, contro i 2 euro della Gallura e i 15 euro di #Sassari. Sopra i 20 euro solo #Nuoro, #Oristano e #Lanusei, mentre il Sulcis è sopra i 30 e il Medio Campidano sopra i 40. «In questi due anni – continua Sanna – la Regione non ha mostrato nessuna attenzione al riequilibrio territoriale, si lasciano cittadini di serie B in alcuni territori (la serie A nella sanità sarda è fatta solo per merito del personale della sanità pubblica) e altri nell’inferno della serie C, dove non devi chiedere una visita specialistica o una risonanza nel sistema pubblico o convenzionato perché i budget sono finiti». La situazione attuale si riflette in ritardi significativi per l’accesso a servizi essenziali, tra cui visite specialistiche, interventi chirurgici programmati e trattamenti terapeutici. Articolo completo nel sito. #lanuovasardegna